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Negli imprevisti e disavventure c’è un pezzo di viaggio.

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7 ore di macchina.

3 camion schiantati tra di loro.

1 macchina coinvolta.

2 ore di fila autostradali.

3 persone curiose attaccabottone.

2 hotdog consumati nell’attesa.

8 sigarette fumate solo nell’attesa di proseguire il tragitto (se non di più).


Nell’attendere che il traffico cominciasse a diluirsi e a fluire, in mezzo alle chiacchiere con “compagni di corsia autostradale”, ho pensato che le disavventure e/o gli imprevisti sono ciò che ricordiamo più vivamente in modo dettagliato.

Nel momento in cui si vive la disavventura, la concepiamo come uno sfasamento delle nostre tabelle di marcia per cui si sfocia nell’incazzatura pura.

Eppure, nelle disavventure c’è un pezzo di viaggio che può convertirsi in risate da custodire per i nostri racconti futuri in compagnia di amici e di un bel bicchiere di vino.

Anche la persona più organizzata del mondo può incontrare imprevisti sempre in agguato: che sia una casa, un posto inaspettato in cui fermarsi in un on the road, un consiglio letto online last minute, un ristorante che ti conquista, un imprevisto è pur sempre un qualcosa da conservare nella tasca degli aneddoti da raccontare tra un pasto e l’altro, tra una risata e un’altra, tra un messaggio ed un altro.


Come gli imprevisti, nelle nostre “tabelle di marcia organizzative” non includiamo quello di scontrarci con altre vite, anche relativamente per pochissimi minuti, che in un breve scambio di parole possono darci tanto.

Tra le innumerevoli persone incontrate, il signore danese che vende hotdog alla fine di Stroget street, innamorato dell’Italia, che ci raccontava di come fosse strutturato il suo viaggio dal nord al sud del nostro bel paese che voleva regalare alla sua famiglia, e ci richiedeva consigli ed approvazione riguardo ad esso;

Il signore inglese incontrato sulla rotaia di Budapest per salire sul castello di Buda che ci descriveva con ammirazione le città del nord sottolineando la nostra fortuna, e si rammaricava di non ricordarsi il nome dell’opera di Milano: persi nella fila per i trdllò ci urla da lontano “I found you!! The name is Scala”;

Il ragazzo cinese incontrato nella traghetto turistico sul Danubio che stava “scappando” dallo smog e dal caos di Hong Kong per immergersi nell’ordine europeo sentendosi grato di non dover usare la mascherina bianca;

Karolina, la ragazza praghese della reception dell’hotel, che si districava nelle varie lingue e conoscenze che aveva per aiutarci, in modo disinteressato, a trovare un luogo dove comprare il bollino delle polveri sottili necessario per circolare a Berlino;

Guendalina, la ragazza italiana trasferitasi a Berlino incontrata per caso in un autogrill, che ha sentito la nostra conversazione sul fatidico bollino, ci ha lasciato il suo numero, e ce lo ha fatto trovare per davvero salvandoci dalla multa!;

La receptionist dell’hotel austriaco che ci ha aiutato con la storia dello specchietto della macchina (rotto da una macchina che passava e che ci ha lasciato il suo numero sul parabrezza ma questa è un’altra storia) “contattando il mondo” e aiutandoci notevolmente visto il nostro tedesco inesistente…

..ed il passante pugliese passato per caso di li, che lo ha messo a posto senza chiedere nulla in cambio.

E tanti altri che purtroppo non posso citare sennò verrebbe un libro!


Tutti loro hanno reso/preso parte del nostro viaggio: vite diverse e parallele, ognuno con la propria storia personale in tasca, che si scontrano e si raccontano dandosi tanto in poco tempo!

Non è un’avventura o una scena del viaggio scattata con l’ultimo modello di Go Pro, nè tantomeno una posa plastica alla victoria secret congelata da una nikon di fronte alle attrazioni a fare il viaggio.

Il viaggio è l’insieme di tanti tasselli: dal più piccolo aneddoto, allo stress da viaggio, alle disavventure a renderlo un viaggio memorabile e con la “V” maiuscola.

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0 commenta

lastufaeconomica Giugno 15, 2016 - 2:51 pm

Perfetto, la penso proprio come te, sono questi particolari che ti riconciliano con il mondo facendoti uscire dai cell. per riconoscersi. Bello il murales ( e bello il ragazzo…) ciao

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Elisadg Giugno 17, 2016 - 3:56 pm

Gli imprevisti rendono un viaggio indelebile! Condivido tutto quello che hai scritto. Dopo un viaggio raccontare le proprie disavventure fa ridere i propri amici che sono rimasti a casa..

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Angelica - Destinazione mondo 20 Agosto 2, 2016 - 4:16 pm

Esattamente, son le cose che si ricordano nel dettaglio rispetto al resto del viaggi 😊

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Pensierilia Luglio 17, 2016 - 9:44 am

I posti bellissimi li vedono tutti, anche noi in cartolina senza spostarci di un millimetro. I viaggi sono altra cosa. Sono convinta che il significato di viaggiare sia proprio questo: un insieme di tasselli unici e irripetibili fatti col contributo della nostra curiosità. In questo senso, con il tuo blog tu mi (ci) regali i tuoi viaggi, che sono diversi dai miei. Grazie!

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