È da un po’ che non pubblico qui.
È da un po’ che non metto parole, nero su bianco, su una pagina.
È da un po’ che non raggruppo parole, pensieri, sensazioni, emozioni in un nuovo articolo.
Questo silenzio nel blog non era di una persona che ha perso interesse; nè di una persona che ha trovato di meglio da fare.
Era il silenzio di una “nuova vita” se così si puó definire: come detto in un post precedente, la mia routine stava per cambiare sfondo, scenario, città.
E questo cambiamento è dovuto ad un sogno che inseguo da quando ne ho avuto possibilità.
E i miei sogni mi hanno portato qui dove ho sempre voluto essere e dove pensavo di non poter arrivare mai: nella migliore facoltà di psicologia in italia.
Cesena.
E questo silenzio sul blog coincideva con la ricerca del mio ritmo in questa nuova avventura, in questa fetta di cielo, da questa nuova prospettiva.
Ho aperto il blog perchè ho sempre voluto raccontare dei viaggi.
Ma penso di poter parlare di questa nuova realtà: di sicuro non è una nuova città da cancellare sulla lista dei viaggi che ho sempre voluto fare,
di sicuro non è new york o una qualsiasi capitale europea,
di sicuro non è una città considerata il top delle città imperdibili.
Ma è la mia nuova realtà.
E il cambiamento di scenario ha portato a nuove sfide per vedere i miei limiti e le mie capacità.
Non è forse questo uno degli effetti del viaggio? Scoprire i propri limiti e capacità in un nuovo posto imparando a badare a se stessi?
Più che un viaggio fisico, più delle guide viaggio, più che le 5 cose da non perdere, mi son resa conto di quanto questo sia un viaggio verso me.
i viaggi verso se stessi hanno una destinazione ignota, ci spingono oltre i nostri limiti, ci portano a crescere, e a conoscerci.
Per questo ne parlo.
Per questo ne scrivo.
In ogni viaggio c’è sempre un rito o un’abitudine che si instaura, inconsapevolmente, tra un programma e l’altro: per esempio, a Parigi il mio rito consisteva nell’andare quotidianamente in una boulangerie per fare colazione. E quella baguette al bacon era diventato odore di “casa” in quell’angolo della città dell’amore. E quando lo preparo (entro i miei limiti da provetto chef) mi sento teletrasportata tra il quartiere latino e il Louvre.
Oppure a Barcellona era un’abitudine andare a vedere il tramonto al mare per sentire solo il profumo: in mezzo a una città caotica era diventata la pace dei miei sensi.
Ma nei viaggi questi riti sono interrotti da un ritorno.
Qui, nella nuova avventura ho dovuto trovare dei riti e costruire una rete di amicizie da zero da trasportare nella routine per durare di più.
Un periodo lungo.
Un periodo in cui può cambiare “tutto” da un momento all’altro.
Un periodo in cui si passa dal “chiedere indicazioni” al “dare le indicazioni in automatico”.
Un periodo in cui si trova uno spazio personale in mezzo alle aule, in mezzo alle strade, in mezzo a una casa.
E forse è una ricerca che non finisce mai per davvero.
Dopotutto, è un viaggio verso me.
4 commenti
Ah ecco perché eri sparita 🙂 ti faccio un grande in bocca al lupo per questo nuovo viaggio, so cosa significa cambiare città, andare in un posto dove non conosci nessuno. Ma poi questi cambiamenti portano sempre qualcosa di buono…!
Ciao ideepensharing!
Grazie mille per il tuo augurio 😊
Un viaggio non meno importante o interessante di altri, anzi. E ti auguro di trarne il meglio, sperando di vederti comunque spesso qui sul blog =)
In bocca al lupo!!!!!
Un grosso in bocca al lupo anche da parte mia! ☺️